Assistiamo ultimamente a un gran parlare del fractional come la nuova frontiera del management per le PMI. Come Presidente di Leading Network (Associazione Italiana dei Temporary Manager), che ha lavorato molto in questi anni per cercare di creare un vero e proprio linguaggio della professione e per dare la meritata dignità a questo mestiere, sento di dover cercare di fare chiarezza attorno a questo termine fractional che rischia di essere fonte di confusione e fraintendimenti.
La prima domanda che occorre porsi è: qual è la differenza tra un Temporary Manager part time e un fractional manager? E perché dopo quarant’anni che il temporary management part time esiste ed è operativo si è sentita la necessità di introdurre nel mercato italiano questo termine fino a ieri inutilizzato?
Il termine è stato introdotto e pubblicizzato in Italia, per quel che ci risulta, da Andrea Pietrini. Pietrini in un suo post riporta la seguente definizione: “Il temporary management nascerebbe prevalentemente per soddisfare quanto più possibile un bisogno del manager, spesso senior, di ritrovare una collocazione quanto più vicina possibile al contratto a tempo indeterminato full time che spesso ha dovuto lasciare. Il fractional manager nasce per soddisfare il bisogno dell’azienda di avere competenze professionali in linea, temporaneamente e organizzativamente, con la situazione aziendale che sta vivendo. Mi sembra una chiave di lettura interessante, che spiegherebbe anche la differenza di profili professionali, psicologici e spesso anagrafici che a volte connotano le due modalità di approccio al tema”.
Il post citato fa contrapposizioni di valore del tutto gratuite, oltre che essere offensivo per chi fa del temporary management professionale una scelta di vita, perché tutto basato su una sfera di tipo psicologico legata ai bisogni del manager e ai bisogni dell’azienda, immisurabili oggettivamente e senza nessun aggancio a temi professionali e oggettivi della professione.
Del fractional si occupa anche Maurizio Quarta che dice: “Un numero sempre crescente di piccole e piccolissime imprese guarda allo strumento del Temporary Management (di seguito TM) con forte interesse, in una modalità però per loro più sostenibile organizzativamente ed economicamente: parliamo del part time management o Fractional Management (FM nel seguito), termini con i quali è mediaticamente più noto”.
Di fatto Quarta, per quanto riguarda le PMI, fa del fractional un sinonimo del temporary management part time, là dove Pietrini cerca di trovarvi differenze di valore fondamentali, sviluppando un approccio diametralmente opposto.
Ma qual è la realtà dietro le parole, maturata sul campo, relativamente all’utilizzo di Temporary Manager part time nelle PMI per gestire il cambiamento? Quali sono gli approcci che stanno funzionando e quali no al di là dei nomi utilizzati?
Poiché da quindici anni trattiamo personalmente, e poi come Associazione Leading Network, il tema del temporary management part time nelle piccole imprese, vogliamo raccontarvi delle storie di vita vissuta da cui trarre alcune riflessioni che possano alimentare un serio dibattito sull’argomento, che peraltro lo merita.
Nel 2010 mi fu richiesto un intervento part time (2,5 giornate alla settimana), come Temporary Manager CFO, per una PMI che aveva difficoltà finanziarie generate dal fatto che le banche le stavano riducendo gli affidamenti. Una volta assunto l’incarico, mi sono reso conto che il problema non nasceva da una cattiva gestione della finanza (come peraltro capita nella maggior parte dei casi) ma che risiedeva in una produzione disordinata e in una programmazione estemporanea e quindi inefficiente, nonché in un errato posizionamento dei prodotti sul mercato associato a una debolezza della rete vendita.
Ho così deciso di ridurre il mio intervento a una giornata alla settimana e chiedere invece un intervento di un paio di giorni ciascuno di un manager operations e di un manager commerciale. L’idea era buona, ma presentava un grosso problema non previsto: il 30% del tempo si perdeva a cercare di capirsi e coordinarsi avendo noi linguaggi, approcci, metodi e storie professionali molto differenti.
Da questa esperienza è nato un progetto, all’interno di Leading Network (Associazione Italiana dei Temporary Manager), molto interessante e che ci ha occupati per alcuni anni. Ci siamo divisi per dipartimenti (finanza, operations, personale, commerciale, IT, ecc.) e abbiamo cominciato a costruire per ogni area degli standard professionali. Abbiamo poi fatto dei gruppi trasversali per costruire degli strumenti comuni come una checklist per check-up, uno schema condiviso di piano industriale, vari strumenti operativi, al fine di permettere la formazione di team di Temporary Manager che, usando gli strumenti e i linguaggi associativi, potessero lavorare bene insieme, alimentando così gli ingaggi reciproci tra soci Leading.
In questo modo il temporary management part time si è trasformato e si è evoluto in un prodotto nuovo, il temporary management part time in team che si è rivelato un approccio molto adatto per le PMI che hanno bisogno di attuare nella propria realtà dei grandi cambiamenti.
La cosa interessante è che questa formula del temporary management part time in team è stata applicata con successo anche ad aziende con fatturato inferiore ai 5 milioni, sfatando un pensiero radicato nell’ambiente che lo strumento del temporary management strutturato sia uno strumento solo per aziende sopra i dieci/venti milioni di fatturato.
In definitiva vogliamo riassumere in pochi concetti le nostre conclusioni:
- Il Temporary Manager part time è un fenomeno presente in Italia da sempre e si è sempre chiamato Temporary Manager part time. L’uso della parola fractional come sinonimo del Temporary Manager part time è una moda recente che tende a vendere come nuova una cosa che in realtà è sempre esistita, in buona sostanza una mera trovata di marketing.
- Stiamo assistendo poi al tentativo di dare a questo termine fractional, per evidenti motivazioni di marketing, connotati di contenuto così profondamente innovativo da designarlo come nuova frontiera del management. Poiché di nuovo nei metodi non c’è nulla, il risultato è quello di creare confusione negli operatori, nei clienti e nel mercato in genere.
- Ribadiamo che il Temporary Manager ha caratteristiche specifiche ben definite: deve essere sovradimensionato in termini di competenze rispetto all’incarico, ha deleghe, deve essere indipendente e lavora per rendersi inutile nel più breve tempo possibile, sia esso full time sia part time o fractional manager che dir si voglia.
- Poiché la crisi che accompagna molte PMI è di natura strutturale ed è legata alla mancanza di cultura gestionale che tocca un po’ tutti i settori, il vero strumento innovativo per le PMI per gestire il cambiamento è il temporary management part time in team, che si aggiunge al classico e storico temporary management part time sviluppato da un singolo manager.
- Per utilizzare questo strumento bisogna avere Temporary Manager che condividano concetti, metodologie e strumenti. Se non c’è questo substrato comune, questo approccio perde molto di efficacia; si ha la massima efficienza di questo strumento quando il team è diretto da un supervisor che tiene anche il rapporto con il committente.
- L’utilizzo di Temporary Manager singoli part time per gestire il cambiamento nelle PMI dà risultati positivi dove gli stessi sono molto preparati e comunque sovradimensionati, hanno importanti soft skills, anche con deleghe specifiche e sono esperti in questo genere di missioni. La formazione professionale continua e la validazione del percorso professionale del Temporary Manager, fattori sui quali Leading Network con la Leading Business School lavora da oltre 10 anni, sono gli elementi chiave per far crescere questo mercato. È infatti nella formazione continua e nella certificazione della figura professionale del T. M. che si gioca il futuro della professione e lo sviluppo del mercato, non nel gioco più o meno strumentale di nomi nuovi.
Ci auguriamo che questo contributo, possa aiutare a focalizzare il dibattito sui contenuti concreti e sulle problematiche reali della professione del Temporary Manager.